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La freschezza.

Un’annata senza aiuti per il Sangiovese.
Tutto si svolge in modo complesso.
Tuttavia il Sangiovese non è vitigno che si perde d’animo e nemmeno noi del podere.

Segui questa storia e scopri insieme a noi come va a finire la sfida 2014.
Iniziamo a descrivere una caratteristica dei nostri vitigni.
Il Sangiovese è un vitigno che giova; è il cocchiere di carrozze di vino dal carattere potente, deciso ed elegante, che si apprezza nei colori, profumi e nei gusti racchiusi nel calice della degustazione.

Quest’anno i nostri vitigni, contro ogni previsione, indossano i panni della freschezza in purezza.
Hai presente quella freschezza come un respiro quando l’aria ci sorprende con i colori dell’acqua fresca che ci allietano il viso?

Quest’annata respira di fresco nel profumato e selezionato raccolto.
L’evoluzione di questa annata è caratterizzata da continue piogge, che restano in nostra compagnia fino a settembre.

L’inverno passa rivestito da immagini uggiose della campagna d’inverno.
I nostri vigneti si trovano ai piedi del Monte Amiata, il più grande vulcano spento della nostra amata Toscana.
La memoria del suo calore, tuttavia, ci fa compagnia durante tutto l’inverno.
Nel segreto del nostro sottosuolo vive ancora la componente del suo fuoco, prodotto dalla lava che, in tempi lontani, scivolava ardente in queste antiche terre della Val d’Orcia, lasciando il suo ricordo.
Un passaggio di calore, che ancora oggi, dona potenza al nostro territorio.

Siamo in campagna, è vero, ma godiamo sempre delle condizioni climatiche favorevoli dei preziosi ingredienti che giungono fin qui dal Mar Tirreno che unendosi alla protezione del nostro guardiano, Monte Amiata, generano un ecosistema ideale per la nostra agricoltura.

Tutto questo favorisce la vita di un microcosmo privilegiato anche da sensibili escursioni termiche tra giorno e notte, che procurano prosperità alla coltivazione dell’uva.

Al podere c’è un piccolo casolare che se ne sta solo ad osservare.
E’ un luogo da cui, in silenzio, si può contemplare lo spettacolo della Val d’Orcia; un luogo dove restare seduti al fresco in una bella giornata e beneficiare del continuo insegnamento dato dal mutare del paesaggio davanti a noi.
Questo luogo incantevole è un faro di pace da cui sorge il nostro vino Guardavigna.

L’autunno sta per lasciare il posto alla primavera descritta dal poeta, di origini toscane Giuseppe Ungaretti, con lievi e delicate parole “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.
La natura prende la sua tavolozza di colori e dipinge il suo autoritratto di color verde; il primitivo annuncio dell’inebriante nascita del bianco, del giallo e di altri colori amichevoli, pronti a esprimere la brezza del loro ristoro.
Il fresco è l’attributo del refrigerio del corpo e dell’anima che questa annata porta con sè.

La stagione scorre ripetitiva e silente senza scossoni di rilievo e alcuni grappoli si appartano dalla luce del sole, scegliendo l’ombra come rifugio.
Un proverbio contadino esprime questo momento di gratitudine con parole semplici che condividiamo con te: “spesso se possiamo sederci all’ombra di un albero e goderne bellezza e frescura è perché qualcuno l’ha piantato tanto tempo fa”.

Quest’anno la primavera fa la sua comparsa tra mille foglie vestite d’acqua.
E’ l’alba del 6 giugno, quando registriamo la fioritura dei vigneti e le foglie bagnate brillano al sole creando una scenografia di inenarrabile beltà.

I fiori esprimono il silenzio delle foglie pieni di lacrime dell’annata uggiosa, nella quale solo alcuni frutti saranno colti per impreziosire l’uva Sangiovese.

Quest’anno, infatti, la natura gioca a nascondino e vuole stupirci con una sorpresa.
Ci chiede di svelare il segreto di quest’annata.
Il nome sta in un verbo segreto; Selezionare.

Inizia un lungo e delicato lavoro di scelta tra migliaia di grappoli.
In un primo momento selezionando quelli prediletti per la miglior maturazione e successivamente gli eletti per l’ingresso nelle tine.
L’invaiatura non è completa in tutti i grappoli e richiede di analizzare pianta per pianta, grappolo per grappolo, con cura scrupolosa, metodo e accuratezza.

Il compito è quello di scegliere il meglio tra la selezione naturale di uve, che è avvenuta prima di noi attraverso il gioco tra sole e acqua.
Eravamo consapevoli che dovevamo accontentarci solo del meglio; la sfida è quella di selezionare solo i frutti completamente maturi e pieni di freschezza.

Un lavoro da certosini in cui la pazienza diventa l’amica più preziosa, che alla fine ci premia con la nascita di un Sangiovese di grande finezza.

Un’annata in cui il sole ha scelto i grappoli e gli acini da imbottigliare.
Noi abbiamo scoperto il segreto del sole e lo abbiamo rispettato per creare il vino che da ora in poi gioverà al palato.

La vendemmia e il suo rituale iniziano a Settembre inoltrato, terminando il 12 ottobre.
A seguire la preziosa pigiatura di uve selezionate, mentre in tutto il microcosmo del podere c’è aria di festa e di allegria; si vedono gli alveari delle api laboriose, delle energiche chianine e delle possenti cinte senesi, che si uniscono a questo antico e stimolante rito dello stare insieme.

L’anno si ferma qui.
La sfida è stata quella di selezionare un piccolo raccolto ma privilegiato, che è diventato un grande Sangiovese da condividere a piccole dosi con tutti voi.

Vi salutiamo con le parole presenti nel libro dei proverbi dell’antico testamento:

“Favo di miele sono le parole gentili, dolcezza per l’anima e refrigerio per il corpo.”
(Libro dei Proverbi, Antico testamento)

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