skip to Main Content

Inebriante profumo.

Il profumo è un elemento di identità del vino.
L’olfatto dell’esperto riconosce il vino appena ne sente il profumo.
Il profumo racconta la storia, il viaggio, il carattere e la sensibilità del nettare dell’uva.

Il calice è il contenitore in cui il vino svela il suo messaggio unico e originale.
Il racconto della sua vita in un minuto di fragranza inebriante.
Un vino senza profumo è un vino senza futuro.

In questa annata scopriremo perché l’essenza olfattiva si è fatta inebriante.
Perché questo vino esalta con quel piacevole stordimento e intenso godimento, quell’ebbrezza che carezza inebriando tutti sensi?

L’inverno entra sul palcoscenico del podere con fare gentile e con lo zelo del gentiluomo tratta la vite con clima mite e sereno.
Il meteo, mentre si avvicina la primavera, registra temperature superiori alla media stagionale.

Le giornate sono belle e anticipano di qualche tempo il germogliamento, che si manifesta precocemente.
Le gemme mettono in mostra piccole punte verdi che sono l’epifania del loro sbocciare, mentre le foglie si distendono dando spazio ai grappoli che da uniti si slegano, per vivere la loro indipendenza.

Nei mesi di marzo e aprile il clima resta più caldo del solito e accelera i germogli che fanno emergere la saggezza dell’inverno mite.

L’acqua è vitale e viene a irrigare, con le giuste dosi le, vigne del podere.
Maggio e giugno sono piovosi e livellano in modo opportuno le riserve idriche, garantendo refrigerio per l’estate che si avvicina sempre più.

L’estate climatica inizia nella seconda metà di giugno un po’ prima del suo battesimo nel solstizio d’estate.
Le temperature estive crescono a piccoli passi e con gentilezza, dimenticata dalle scorse annate: è l’anno dell’ebrezza, che ha nella dose la sua bellezza.
La temperatura massima non supera mai la soglia dei 32 gradi e questo viaggio, nel caldo temperato, ci accompagna fino alla fine della bella stagione.

L’estate rallegra e rinfresca le vigne dispensando, qua e là, diversi eventi piovosi, accompagnati da serate arieggiate dal soffio del vento che allieta il fine giornata.
La fioritura delle vigne si è verificata ai primi di giugno, più precisamente il 4. Come sempre il fiorire avviene senza predicare ma diffondendo il suo profumo esaltatore dello stordimento dei sensi, a favore di un senso di pace contemplativa. Le serate erano particolarmente belle, il cielo donava la luce di una candela che porta ristoro, in chi, come noi, è costruttore di vini e non portatore di ceste. Piano piano la notte si veste di sogni conducendoci al risveglio del mattino.

L’invaiatura è un’importante fase fenologica della maturazione che si nota grazie al viraggio dei colori della parte esterna del frutto dell’uva. Quest’anno fa la sua prima apparizione nella terza settimana di luglio, proseguendo con calma, con la lentezza di un saggio, per dare il suo assaggio finale nei giorni di agosto e settembre.
Più precisamente, nel vigneto Melo il 16 agosto e il 2 settembre nel vigneto Anfiteatro.
Il mese di settembre è un mese particolare che mostra due volti: quello del sole caldo e della luna fredda.
Le giornate sono gradevoli e soleggiate ma l’escursione termica è molto decisa.
Questo fenomeno è favorevole e agevola una completa maturazione fenolica e aromatica.
Gli acini sui grappoli occultano il vino, come il corpo l’anima e il cielo i segreti celesti.
Sentiamo tuttavia la forza del matrimonio tra l’essenza dell’energia sottile e quella densa della materia tangibile e visibile.

Siamo giunti al calar dell’annata in cui le parole diventano racconti stimolanti del viaggio, proprio come avviene esplorando luoghi nuovi.

Le vigne sono pronte alla vendemmia e trasmettono le note dal sentore profumato, anticipando l’inebriante e invisibile profumo del vino che verrà.

La vendemmia dei rossi ha inizio a metà settembre e si conclude nei primi giorni di ottobre, per la precisione il 2 ottobre nel vigneto Anfiteatro e il 10 ottobre nel vigneto Melo.

Vi salutiamo ricordando che un vino non è mai completamente vestito se non indossa il suo profumo.
Il vino dell’annata 2018 indossa l’inebriante profumo della fierezza.

Come sempre condividiamo qualcosa dell’antica saggezza del nostro bel paese. Signori e Signori ecco a voi l’orma inebriante
tratta da una poesia di Giovanni Pascoli:

“Fumavano le calde erbe da presso, nel tondo ch’ella inebbriò del flutto”

Back To Top